Tecnologie a scuola: a che punto?

meditando

MEDITANDO

Nel corso della mia esperienza e formazione tecnologica dal 2002/2003 (Fortic per l’appunto!) ho molto riflettuto sul ruolo del docente innovatore, del tutor, dell’allievo, dell’Istituzione scuola. Non ho assistito a grandi rivoluzioni nella didattica, ma a lievi spostamenti di singhiozzo. Non c’è stato un movimento valanga in cambiamento. Non ho visto un coinvolgimento dei più (docenti) in pratiche nuove. Gli studenti sempre eternamente divisi tra i due ambienti scuola e vita, forse non troppo interessati nemmeno ad una possibile contaminazione necessaria tra due modi di essere. Per la maggior parte dei ragazzi la scuola deve essere sbrigata in tempi possibilmente brevi. La formazione offerta dall’Istituzione scuola e indispensabile per una revisione del setting pedagogico e tecnologico d’aula, si è sicuramente ampliata, ma non abbastanza. Si sono costituite piccole nicchie di insegnanti che hanno cercato di sperimentare, di condividere, di provare, talvolta con il discredito dei dirigenti, dei colleghi, dei genitori. In genere i genitori ritengono l’uso delle tecnologie a scuola un qualcosa che sottrae tempo alla cultura vera. Nota personale, che ho riferito in altre occasioni: sono stata oggetto di critiche per aver usato le tecnologie perdigiorno mediante lettera ad un mio passato dirigente, da parte di un genitore insegnante di Bergamo, vincitore quest’anno di concorso DS. Lasciamo perdere! Mi chiedo se l’Istituzione scuola, che vuole promuovere il rinnovamento e che, con tale obiettivo, ha indetto bandi di progetto con l’erogazione di fondi per gli acquisti tecnologici, potrebbe impegnarsi in modo diverso. Sicuramente sì. Si potrebbero raggiungere risultati più duraturi se si ipotizzassero nuovi percorsi e processi di formazione iniziale e permanente, obbligatori e vincolanti per il progresso nella carriera e l’accesso agli scatti (oggi bloccati). In questo momento sto pensando al Concorso a cattedra e alla prova preselettiva. Se è stato il modo migliore per scaricare/scartare una buona percentuale di aspiranti docenti, non ha avuto lo scopo di saggiare le competenze di progettazione didattica e neppure competenze tecnologiche. Avete visto le domande nei vari ambiti e quelle di informatica? Davvero il cammino è lungo e non è possibile che l’Istituzione con le sue strategie attuali speri di allargare senza forzature il perimetro del coinvolgimento docente al fine di produrre innovazioni autentiche. Pensate all’introduzione dei libri misti, degli ebook e a come continuerà questa storia.

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