Scena III

A breve distanza dalla bicocca di Dio padre, il Papa-Dio incontrò un’allegra turba di donne e di ragazze, abbigliate con stoffe vistose e variopinte. La folla festosa s’assembrava attorno ad un giovane biondo, coi capelli lucidi e ricciuti, guance e labbra colorate del più bell’incarnato, mani grassocce e ricoperte di pietre preziose. Quel giovanotto fresco, carino e impomatato pareva non preoccuparsi che della sua capigliatura e dell’effetto del suo fascino sulle presenti. Quel cicisbeo era Gesù.
Oh, che differenza con Cristo il nazareno, il figlio del falegname, l’amico di Giovanni Battista, il pastore selvatico che dormiva nelle grotte e mangiava cavallette! Che differenza col Cristo che, allucinato dalla vista delle miserie umane, si ritirava nei deserti a digiunare per condividere i tormenti degli affamati; che, a piedi nudi, camminava per sentieri pietrosi e, su una dolce asinella, entrava trionfalmente a Gerusalemme; col Cristo che attirava coi suoi cenci divini un popolo di miserabili, che terrorizzava i preti e i ricchi e predicava la speranza ai poveri disperati! Che differenza col Cristo che gli schiavi della Roma antica avevano dolorosamente partorito; col Cristo, loro compagno di catene, crocifisso, come gli eroici gladiatori di Spartacus, il terribile ribelle! Che differenza col triste e magro Cristo del medioevo, simbolo delle miserie dei contadini! Quei Cristi sublimi, grandi come i dolori popolari, nati, torturati, crocifissi nel cuore delle masse plebee, quei Cristi sono morti! ... Rimane vivo solo il Gesù coi boccoli del Rinascimento, il Gesù borghese, il Gesù delle grandi dame e delle cortigiane, lo slavato giovane biondo.
Il Papa scandalizzato rimase a bocca aperta.
- Salute, nobile straniero! – gli disse Gesù. – Dalla tua aria stupita indovino che sei appena arrivato. Che fortuna! Avremo notizie dalla terra. Hai con te gli ultimi numeri della Revue des modes? Sia lodato Dio e anche te, venerabile vecchio. Dai, apri il tuo bagaglio! Le mie tenere colombe sono più curiose delle giovani scimmie. Le donne della terra vanno sempre coi vestiti corti, portano ancora le gonne gonfie? Io adoro quella moda. Piuttosto disinvolta, eh?
- Signore, venivo a parlarvi degli interessi della vostra santa chiesa – interruppe il Papa.
- Le parigine si tingono la criniera di giallo? Maledetta moda! La mia barba e i miei capelli perdono la loro originalità; ho voglia di tingermi di nero. Che ne pensate, regine del mio cuore?
- Dolce Gesù; tu nostro ideale, tingerti sarebbe come dipingere un giglio! – protestò in coro la folla adorante.
- Pupille degli occhi miei, il vostro desiderio è legge per me.
- Signore, la vostra Chiesa viene attaccata.
- Le donne si infarinano con la polvere di riso? Puah! Sarebbe come abbracciare i sacchi del mugnaio. Ho proibito la cipria e il belletto a tutte quelle che m’hanno consacrato la loro melagrana. Se gli uomini facessero altrettanto...
- Signore, i vostri templi vengono profanati!...
- Rachele, la smaltatrice, ha inventato un nuovo profumo per inebriare l’anima e ridestare le forze esauste d’amore?
- Signore, i vostri fedeli sono nella desolazione. Non piangono più; hanno pianto tutte le lacrime dei loro occhi; non si lamentano più, la mano degli empi ha sigillato le loro labbra. Signore, voi siete scacciato dal vostro palazzo e il vostro rappresentante sulla terra dorme sulla paglia di una prigione.
- Dev’essere scomodo. Ma sono queste le notizie che ci rechi dalla dimora dei vivi? È così? E chi mai sei tu per interessarti tanto della mia Chiesa?
- Signore, io sono Pio IX.
- Ah! Ah! Ah! – e la folla scoppiò a ridere a crepapelle.
- Questo povero vecchio, il rappresentante del nostro beneamato Gesù, i cui baci sono tanto dolci, le cui carezze fan perdere la ragione? Adesso capiamo come mai la fede si estingue nel cuore delle donne.
L’indignazione colmava l’anima del Santo Padre, il rosso della collera e della vergogna saliva sul suo volto rugoso. Ma Gesù sorrideva scioccamente e accarezzava la sua barba; il braccio appoggiato sulla Maddalena, la sua favorita, mentre gli occhi di Santa Teresa, brucianti di desideri amorosi, lo divoravano.
- Vecchio, non badare a quel che dicono queste piccole pazzerelle; l’amore che hanno per me fa loro dimenticare il rispetto che ti devono. Detto tra noi, hanno ragione. Chi ha avuto l’idea geniale di prendere dei vecchi, gottosi e ripugnanti per rappresentare me, così bello, me, alla cui vista i cuori delle donne saltano come giovani capretti? Lascia che ti dica un’idea che mi passa per la testa; è una cosa che non mi capita spesso e bisogna che ne approfitti. Propongo una riforma: eleggere una papessa e un papa scelti tra i più bei giovani della terra. Anziché scrivere il Syllabus che non può far contento che dei biliosi dolenti e cisposi, questi due capi della mia Chiesa distribuiranno i loro favori a quelle e a quelli che sapranno meglio adorarmi... Brav’uomo, non alzare le spalle: la mia idea vale quanto quella ridicola infallibilità che ha fatto arrabbiare mio padre. Dopo tutto, me ne frego; fa’ quel che vuoi della mia Chiesa.
- Signore, non distogliete lo sguardo dalla vostra Chiesa, non sbeffeggiate
il dolore del vostro servo.
- Vecchio, io sono serio come un cameriere che presenta il conto... Una volta per tutte, che la mia Chiesa vada al diavolo! Non voglio problemi. Ho già abbastanza guai con le mie sultane; Santa Teresa da sola domerebbe dieci Ercoli; è una versa Messalina. Vai da mio padre.
- Dio mi ha maledetto!
- Sei bello che sistemato! Non fare quella faccia che mi disturbi la digestione.
Che posso fare per te?
- Venite con me sulla terra.
- Ma sei matto! Io, ritornare sulla terra... Ne ho abbastanza degli uomini, per tutta l’eternità... Guarda, ecco là lo Spirito Santo; lui ha conservato ricordi piacevoli del globo, può darsi che ti segua.